Descrizione
Il sentiero inizia dalla contrada Rasega di Ornica, toponimo che rammenta la remota presenza di una segheria idraulica, ove attraversato l’omonimo ponticello in pietra si percorre la larga mulattiera che all’altezza del lavatoio coperto si lascia per imboccare quella, più stretta, che a destra s’avvia verso i Pianoni.
Retropassate alcune case in breve si raggiunge e si scavalca il Canal de la Dasa, da dove si rimonta in direzione Sud l’erto pendio sino a guadagnare la radura della Baita Runcal bas.
Il sentiero sale ora più gradualmente e supera la grande faglia posta tra le antiche e scure rocce permiane e la chiara dolomia triassica.
Il cambiamento geologico è palesato anche dalla Corna Bianca, una bella parete rocciosa che compare a monte del sentiero poco prima dell’arrivo al caratteristico torrione dolomitico della Pizzarèla, dal quale si gode un bel panorama su Ornica. Con un lungo traverso in falsopiano, su sentiero sempre ben evidente, si percorre il fianco occidentale del Pizzo di Cusio, con belle vedute sulle valli di Ornica e Stabina.
Si supera così il dosso della Tinusèla e l’inciso e detritico Vallone dei Cantoncelli (Cantunscèl; resti di “calchéra”) per poi raggiungere i prati abbandonati dei Pianoni (m 1.070), cinti da caratteristici muri a secco. Il sito, suggestivo e isolato, è un balcone naturale sulla Val Torta (o Stabina), donde le ipotesi di una sua funzione difensiva. Dal margine della radura si sale subito a sinistra (indicazioni), bordando il muro in pietra e godendo di spettacolari vedute sulla Val d’Inferno e il Pizzo dei Tre Signori, sino a raggiungere l’apice della chiarìa prativa e poi una sorta di colletto, ove il sentiero si spiana e offre una panoramica visione sul tortuoso solco della valle.
Un nuovo lungo traverso in falsopiano taglia il magro versante meridionale del monte e raggiunge, ormai in comune di Cusio, l’Oratorio di San Giovanni (m 1123; area di sosta e fontana), l’antica chiesetta dedicata al Battista. Le semplici fattezze paiono voler celare il prezioso tesoro che vi si conserva, dato dagli affreschi sulla vita del santo che Cristoforo Baschenis, “Il Giovane”, realizzò alla fine del Cinquecento.
Dalla sella, di fronte all’oratorio seguire i segnali che indicano di proseguire verso destra sul sentiero che, entrando in una faggeta, dapprima percorre i pendii orientali del monte Disner per poi seguitare in falsopiano portandosi sul versante meridionale lungo le ripide e magre pendici del Piacco (Piacc) scavalcando la Costa della Croce e poi la Costa dei Boschi.
Qui la vista si apre sulla Val Stabina e sulla dirimpettaia Val Cassiglio con l’omonimo piccolo lago e chiusa in alto dalle bastionate del Monte Venturosa. Proseguendo si giunge alla Costa del pascol. Da qui a breve si giunge alla località Sacc dove si trova una bella Tribulina con annessa fontanella, tavolo da picnic e qualche baita. Il sentiero prosegue in leggera discesa fino ad arrivare nella parte alta di Santa Brigida dove su strada asfaltata si raggiunge il Santuario dell’Addolorata, risalente al XI secolo, antica chiesa matrice della Valle Averara, ricca di opere d’arte.
Proseguire verso il cimitero e seguire le indicazioni che aiutano ad attraversare il paese per giungere alla località Colla, le cui antiche case si raccolgono ai piedi della sella (“Cola”), in posizione soliva e riparata dal vento di tramontana, si prende in direzione di Cugno di Sopra, Via Pittori Baschenis.
La strada è dedicata alla grande famiglia dei Baschenis, una stirpe di pittori e frescanti che dalla terra bergamasca si spinse con alcuni suoi rappresentanti sino alle valli trentine, lasciando opere di grande bellezza e suggestione tutt’oggi ammirabili in molti edifici, per lo più sacri. Gran parte di questi artisti, che operarono per circa due secoli a partire dalla metà del Quattrocento, nacque proprio in questa contrada, che oggi li ricorda anche con un grande dipinto posto sul muro di una delle case che si affacciano sulla via.
Scendendo velocemente ci si porta fuori dall’abitato e, all’altezza del primo tornante della strada, in un contesto divenuto boschivo, si prende a sinistra una scaletta che in breve lascia il posto all’originario sedime in pietra della mulattiera.
Questa esce presto dal bosco, tocca la Cà nöa e si raccorda nuovamente alla carrabile in corrispondenza della dolce sella prativa tra la Valle dei morti e la Val di Guéi. Piegando a sinistra si cala lungo quest’ultima e si raggiunge la già visibile Cà Val di Guéi (m 725).
Qui si incrocia il sentiero con segnavia 105 e l’asfalto cede il posto allo sterrato di una pista agro-silvo-pastorale che, aggirando il colle, scende alla contrada Piazza Molini di Averara.
In alternativa il sentiero che scende nella valletta, sempre segnavia 105, porta a Olmo al Brembo. (Testo tratto liberamente dalle Guide di Altobrembo)