Addossata al rifugio vi è una chiesetta del '600, dedicata al santo eremita S. Fermo. Secondo la suggestiva leggenda, i tre fratelli Glisente, Fermo e Cristina (al seguito dell'imperatore Carlo Magno ma ormai stancatisi degli orrori della guerra) decisero di ritirarsi in eremo, ciascuno per proprio conto... il brano che segue è disponibile nel bel volumetto: "1 | I quaderni della Valgrigna - San Glisente - La leggenda dell'eremita tra Val Grigna e Val Trompia" disponibile a quest'indirizzo: http://www.montagnedivalgrigna.it/wp-content/files_mf/librosanglisented… ...... "Glisente salì su un monte di Berzo Inferiore, Fermo su uno di Borno e Cristina sul territorio di Lozio, nella zona della Concarena. Si abbracciarono un’ultima volta, sicuri di non vedersi più su questa terra, e si promisero di accendere un falò ogni sera, per confermare l’un l’altro che erano ancora vivi. Per fare in modo che entrambi i suoi fratelli capissero, Glisente avrebbe dovuto accendere due fuochi dato che, per la conformazione orografica del territorio, essi non sarebbero stati in grado di comunicare direttamente tra loro. Se qualcuno non avesse acceso il falò, gli altri avrebbero capito che era subentrata la morte. Questa vita continuò per molti anni ed anche i valligiani si abituarono a vedere quei fuochi che tenevano uniti i tre fratelli lontani. (.........) Trascorsero così molti anni e i tre eremiti invecchiavano in solitudine. Solo al calar della sera, mentre curavano i loro grandi fuochi, si rallegravano nel vedere accesi anche quelli dei fratelli e ringraziavano Dio per aver concesso loro ancora una giornata in cui avevano potuto comunicare tra loro. Poi, una sera, Glisente attese a lungo di vedere il falò di Cristina ma col trascorrere delle ore capì che la sorella era morta. Il primo fuoco delle montagne si era spento per sempre. Poiché sul monte di Berzo ne era stato acceso uno solo, anche Fermo comprese che la vita di Cristina era giunta al termine. Dopo un po’ di tempo, il 6 agosto del 796, toccò anche a Glisente, seguito a breve distanza da Fermo che, vecchio e malato, era assistito secondo la leggenda da un’aquila e da un’orsa che gli portavano legna, radici commestibili e favi di miele."...