Descrizione
L'ambiente e il clima mite dovuto alla presenza discreta del lago, fanno delle zone toccate da questo sentiero dei veri e propri scrigni naturalistici con specie botaniche particolarissime e molto rare. L'itinerario prende il via nelle vicinanze della Riserva Regionale della Valle del Freddo. Il notevole interesse naturalistico di quest'area è dato dalla presenza di oltre 30 specie vegetali tipiche della flora alpina (e quindi di alta quota) a un'altitudine media di soli 360 m s.l.m. Le sue modestissime dimensioni, 800 metri circa di lunghezza e 200 di larghezza, ne fanno un'oasi naturale di notevole importanza, unica nel suo genere e di grande valore scientifico. Il sentiero che noi seguiremo tiene la sinistra passando in fregio a una costruzione e prosegue su uno sterrato immerso in boschetti di nocciolo, frassino e qualche larice. La zona è ricchissima di specie botaniche rarissime da rispettare. In breve giungeremo ad una radura attrezzata con tavoli e panche da picnic (quota 370 m): qui potremo decidere il senso di percorrenza dell'itinerario. La descrizione che segue è riferita alla percorrenza in senso antiorario. Superato lo scalandrino che immette sul percorso didattico, il sentiero ci porta in leggera discesa all'ingresso della Dolina Principale della Riserva. Supereremo anche questo punto e procederemo in salita lungo il fianco sinistro della valletta del freddo. Lo stradello è immerso in una florida vegetazione di nocciolo e frassino con presenze faunistiche quali la volpe rossa, la lepre, lo scoiattolo, il ghiro, il moscardino, il tasso e, sempre più frequente, il capriolo. Questo è il tracciato di un'antichissima strada romana che permetteva di portare il minerale di ferro proveniente dalle cave della Val Seriana al porto di Riva di Solto. Il segnavia da seguire è il 565 e in breve ci condurrà alle spalle dell'abitato di Esmate lungo via Santa Lucia (quota 580 m). Mantenendoci alle spalle del paese inizieremo la risalita del monte Na (quota 708 m), che ci permetterà di spingere lo sguardo su tutta l'alta Val Cavallina e la Val Borlezza. Noccioli e castagni ci accompagnano sino alla parte superiore del Canalone dei Cani (686 m). Dopo una sosta, necessaria per osservare la particolarità dell'ambiente che ci circonda, riprenderemo il cammino lungo il tracciato di una strada forestale. Percorsi pochi metri, noteremo sulla nostra sinistra la traccia di uno stradello, lo percorreremo e in breve ci ritroveremo su uno splendido sentiero che, pianeggiante, ci permetterà di effettuare un anello attorno alla vetta del M. Clemo affacciandoci sulle valli Cavallina e Borlezza, sulla sottostante valle del Freddo e sugli abitati di Sovere e Pianico. Dopo essere tornati sulla mulattiera, salendo mantenendo la nostra destra ci porteremo sulla vetta del vicino M. Clemo (800 m). Da qui lo sguardo spazia dalle vette delle Prealpi Orobie a quelle del massiccio dell'Adamello, dalla val Borlezza alla Valcamonica e a tutto l'Alto Sebino. Ridiscesi riprenderemo l'itinerario, riportandoci al Canalone dei Cani da dove, scendendo verso sinistra, percorreremo una strada forestale sino a incrociare la comunale per Cerrete nelle vicinanze della chiesetta di San Rocco (620 m). Da questa località ripercorreremo un tratto del Sentiero Natura del Sebino sino al santuario di S. Defendente (674 m). Dopo una sosta per osservare lo splendido panorama, torneremo sui nostri passi per una ventina di metri e piegheremo verso sinistra scendendo per una strada sassosa e scomoda fino a incrociare via degli Apostoli. Siamo a un bivio: prendendo la destra in breve ci troveremo sulla comunale per Esmate e potremo ritornare verso via Santa Lucia mentre, svoltando a sinistra, scenderemo verso la località Furmignano e continueremo il periplo del monte Clemo.