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Lungo il tratto settentrionale del 411A si trovano un paio di incroci con altri sentieri.
(Max Lussana)
In località Pagarulì, dove il 411A si reimmette nuovamente sul 411.
(Max Lussana)
Sul 411A "meridionale" mentre sale a B.ta Napoleù.
(Max Lussana)
Da Baita Napoleù, il 411A prosegue verso la diga del Gleno.
(Max Lussana)
Zoom sulla bocch.a di Barbarossa. ROSSO: canale con catena. GIALLO: Malga alta di Barbarossa.
(Max Lussana)
Zoom sulla vetta del P.zo Pianezza.
(Max Lussana)
Pianezza sovrastata dall'omonimo pizzo.
(Max Lussana)
Giungendo a Baita Napoleù col 411A.
(Max Lussana)
A baita Napoleù.
(Max Lussana)
Cicloescursione sui colli che sovrastano il Lago d'Iseo
(Tiberio Luigi Magni)
Opera idraulica sul tratto basso del 265A.
(Max Lussana)
Giungendo alla baita bassa di Zulino.
(Max Lussana)
Il 265A attraversa i silenziosi pascoli posti nelle vicinanze della Baita bassa di Zulino.
(Max Lussana)
Nel bel bivacco Baita di Varro.
(Max Lussana)
Il gruppo del P.zo Camino, con la Corna di S. Fermo e il rifugio omonimo sulla dx.
(Max Lussana)
Si vanno a sfiorare i precipizi del lato scalvino.
(Max Lussana)
Salendo verso la Cima Gulter.
(Max Lussana)
Da sx: zoom sull'alta valle del Tino, P.zo Tornello e M. Tornone
(Max Lussana)
Il M. Scanapà visto dalla parte bassa del 316A.
(Max Lussana)
Infine si giunge qui, a intersecare il 316 a quota 1860 m. Un sentiero termina, un altro continua.
(Max Lussana)
Nella parte alta del 316A i colpi d'occhio si sprecano!
(Max Lussana)
Zoom sulla testata della valle dell'Ombra. A sx: il passo di Pozzera.
(Max Lussana)
Nella parte alta, il sentiero sfiora i baratri del lato scalvino.
(Max Lussana)
Il panoramico poggio prativo alla base della Corna di S. Fermo. Visibile il Rifugio San Fermo.
(Max Lussana)
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