Descrizione
NB: il sentiero deve essere ancora completato con la segnaletica verticale e orizzontale: pertanto non è sempre presente la numerazione CAI 111A sebbene la traccia sia sempre perfettamente visibile e percorribile. Nel calcolo dei tempi per il giro completo delle casere bisogna tenere conto dei tratti di sentiero di avvicinamento (il 115 per salire da Madonna delle Nevi ed il 124 per ritornare a Madonna delle Nevi nel caso si optasse per un giro in senso antiorario).
Questo tracciato è un tratto di congiunzione tra il sentiero 115 che sale dalla Val Terzera fino al Passo di San Simone ed il sentiero 124 che dal rifugio Madonna delle Nevi sale alla Casera Azzaredo e al Rifugio Balicco, andando così a completare l'itinerario ad anello denominato “Sentiero delle Casere” su un percorso completamente segnato con numerazione CAI. Il tracciato pertanto prende il via dalla Casera Terzera, nell’omonima valle, superata la quale proseguendo in direzione est dopo aver attraversato il pascolo, si abbandona il 115 per proseguire sul 111A in direzione di una penzana. Dopo una breve salita si giunge sulla sommità di un bucolico colle erboso, la Piana di Terzera, dove troviamo il Crocifisso del Marco (la Crus del Marco) con al suo fianco scolpita nel legno una frase: “uomo, di qualunque fede tu sia, sosta e cogli un attimo di serenità”. Poco distante, proseguendo si arriva alla Baita Costa Piana (1716 m) dopo di che in direzione nord-ovest si entra in un bellissimo lariceto e in circa 30' si giunge alla Casera “Celtri” (Siltri) (1725 m) che, per motivi storici già dal lontano 1145, appartiene al Comune di Sorisole per i servigi resi al Vescovo di Bergamo. Qui, per un breve tratto, il sentiero 111A si sovrappone al sentiero 111 che si abbandonerà poco prima di giungere alla Casera “Cavizzola” (1800 m), la terza del percorso intrapreso partendo da Madonna delle Nevi dove, poco distante e con un po’ di attenzione, è possibile individuare le “coppelle”, incisioni rupestri risalenti al paleolitico. Esse sono dei buchi poco profondi e concavi incisi su rocce e sono le prime espressioni pagane di fede. Da qui, dapprima scendendo ca. 50 metri di dislivello in direzione nord-ovest, dopo aver attraversato un primo torrente che scende dalla testata della valle, dalla soprastante Alpe Piedevalle si prosegue in direzione ovest sul versante opposto della vallata. Rientrati nella bella abetaia si segue il sentiero che a mezzacosta l’attraversa con vari saliscendi. In corrispondenza di un piccolo spiazzo, si trova una freccia che indica il Rifugio Madonna delle Nevi in discesa a sinistra: lo si deve ignorare e si prosegue dritti. Il sentiero, dopo una breve risalita per riguadagnare circa 50 metri di dislivello, giunge a una piccola radura. Qui è possibile optare per due scelte: proseguire diritti in direzione dell’incrocio con il 124 per poi arrivare direttamente alla Casera Azzaredo oppure seguire il bivio verso destra per il Bivacco Zamboni. Dopo una decina di minuti su terreno aperto si arriva alla Baita Foppa dell’Orso dove si incrocia una piccola trattorabile seguendo la quale, sempre in direzione ovest, si va a incrociare nuovamente il sentiero 124 che porta alla Casera Azzaredo.