Sentiero 510: Albino - Forcella di Pradalunga

    In breve
    Difficoltà
    Tempi
    Andata
    2:00
    Ritorno
    1:30

    La partenza è sita in Comune di Albino, nei pressi del ponte romanico sulla sponda destra del fiume Serio, da dove si imbocca la via Monte Cura. Al termine dell’asfalto si prende, sulla destra, il sentiero che si snoda in un fitto bosco di latifoglie. Sino nei pressi della casa della Beata Morosini i sentieri 510 e 511 coincidono. Quando su due alberi (superati i luoghi del martirio) si vedono le bandierine indicanti il sentiero 511, svoltare a destra dove le bandierine del sentiero 510 vengono sempre cancellate da qualcuno. Si transita nei pressi di una baita ben ristrutturata e si punta a un capanno diroccato che si vede appena sopra la baita. Dietro al capanno diroccato riprendono i segni ben fatti del sentiero 510. Ora il sentiero entra nel bosco e si inerpica lungo la costa fin sopra le cave Italcementi, facendosi sempre più ripido. Si raggiunge il Prato di Cura, un ampio maggengo lasciato a pascolo dove la vecchia baita diroccata ("Stalla di Cura") domina la bassa valle Seriana. Passando a margine del pascolo si sbocca verso ovest, si transita attraverso un cancello di legno ormai consumato e si scende verso Pradalunga. Fare attenzione a non seguire le frecce indicanti "Le Vie del Misma" perché sono quelle del periplo, ma seguire invece il 510 che scende attraversando boschi di castagni e ampi prati disseminati di “caselle” fino alla valle Sbardellata. Qui si trova un piazzale ricavato dagli scarti del pietrame delle cave di pietre coti (la cui estrazione è cessata da qualche decennio ma che vanta una ricca storia documentata fin dall’epoca romana), ora destinato a parcheggio. Da qui, lungo la strada asfaltata, si è in breve al Santuario della Madonna della Forcella, posto alla forcella di Pradalunga. Nota: nel caso si percorra invece il 510 in direzione di Albino, giunti al Prato di Cura si passa davanti alla cascina ormai diroccata ("Stalla di Cura") per poi seguire i cartelli e i bolli (non seguire un vecchio segno posto su un traliccio Enel). Si percorre quindi il sentiero che, più in basso, girerà verso oriente diventando più ripido (porre attenzione in caso di terreno umido/bagnato). Quando termina tale tratto ripido (nei pressi di un casello diroccato), scendere sulla destra della baita ben ristrutturata e andare sempre a destra sino a incontrare i segni del sentiero 511 (appena sotto la casa natale della Beata Morosini).

    Dislivelli
    Salita
    ca. 545 m
    Discesa
    ca. 255 m
    Quote
    Quota massima
    circa 860 m s.l.m.
    Quota minima
    circa 330 m s.l.m.
    Distanze
    Lunghezza
    circa 5100 metri
    Lunghezza sulla carta
    circa 5000 metri
    Percorso in discesa
    circa 2250 metri
    Percorso in salita
    circa 2850 metri
    Profilo altimetrico
    10 foto disponibili per questo contenuto
    • Subito dietro la Stalla di Cura un bel sentierino sale fino alla vetta del M. Misma.
      (M. Lussana, 16/3/24)
    • Il 510 passa tra i castagni secolari della val Sbardellata.
      (M. Lussana, 16/3/24)
    • Capolinea del sent. 510: il Santuario della Madonna della Forcella.
      (M. Lussana, 16/3/24)
    • Tra i bellissimi castagni secolari sul 510 che risale la val Sbardellata.
      (M. Lussana, 16/3/24)
    • Salendo col 510 per la val Sbardellata tra castagni secolari.
      (M. Lussana, 16/3/24)
    • In val Sbardellata, sul 510 che sale verso la Stalla di Cura.
      (M. Lussana, 16/3/24)
    • Il 510 giunge al Prato di Cura.
      (M. Lussana, 7/3/24)
    • Poco oltre la Stalla di Cura si giunge al bivio 510-Vie del Misma.
      (M. Lussana, 7/3/24)
    • Giungendo ai ruderi della Stalla di Cura.
      (M. Lussana, 16/3/24)
    • Nei pressi della Stalla di Cura
      (V. Agliati, 28/4/22)

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    E: Escursionistico