Furono inequivocabilmente studiosi e naturalisti, e appassionati di fenomeni naturali, i fondatori della Sezione di Bergamo del Club Alpino Italiano, sull’esempio del prof. Giovanni Maironi da Ponte, che a fine Settecento/inizi Ottocento percorse a fondo l’alta Valle Seriana, e in particolar modo il Piano del Barbellino, lasciando studi e memorie ancor oggi ricercate e consultate.
Il 14 aprile 1873 è la data ufficiale di fondazione della Sezione di Bergamo del Club Alpino Italiano, da parte dei naturalisti capeggiati dall’ing. Antonio Curò e dal dottor Matteo Rota, dieci anni dopo la costituzione a Torino del Club Alpino Italiano a opera di Quintino Sella.
Fu la dodicesima sezione in Italia e la seconda in Lombardia, e fra i soci fondatori - 28 eminenti cittadini bergamaschi - i conti Nicola Alborghetti e Carlo Lochis, i nobili Giuseppe Caleppio e Luigi Cucchi, il cav. Edoardo Zuppinger, l’ing. Palmiro Gelmini.
In compagnia delle prime, ottime guide - Antonio Baroni, Carlo Medici, Ilario Zamboni, Isaia Bonetti - nel trentennio 1870/1900 gli alpinisti del CAI bergamasco salirono quasi tutte le principali cime delle Alpi Orobie, compiendo veri miracoli di tecnica e d’intuizione, e vi eressero ben tre rifugi o capanne alpine:
- la Cà Brunona, per facilitare le salite al Pizzo Redorta;
- il rifugio Curò al Barbellino per agevolare le salite al Pizzo Coca, al Recastello, al Monte Gleno, al Monte Torena;
- il rifugio dei Laghi Gemelli, per consentire di visitare la bellissima zona centrale delle Orobie, ricca di laghetti alpini estremamente suggestivi.
Dedicata nel 1937 alla memoria di Antonio Locatelli, la Sezione di Bergamo scala ogni anno una storia intensa, ricca d'iniziative che la mantengono per importanza ai vertici dell’associazione nazionale, insieme alle Sottosezioni e ai numerosi Soci.