Sentiero 133A: Averara - Casera Gambetta (incrocio 113)

    In breve
    Difficoltà
    Esposizione
    Ovest
    Periodo consigliato
    Tempi
    Andata
    2:40
    Ritorno
    2:10

    Si parte dal paese di Averara dove, lasciata l’auto al comodo parcheggio in via Centro, si imbocca la strada per Valmoresca. Percorsi circa 80 m si prende sulla destra via Piazzola, una larga mulattiera (in alternativa è possibile portarsi verso l’imbocco della via porticata e prendere sulla sinistra la mulattiera che si raccorda con quella proveniente da via Piazzola). All’altezza della fontana si prende a destra l’ampia strada in pietra che in graduale ascesa si raccorda a Via della Torre, tocca il Bacino idrico del Pozzol e raggiunge i resti della Torre della Fontana (m 683), in bella posizione panoramica. La strada pedonale si attesta poco sopra, in località Castello (m 705), ove sul panoramico dosso sorgeva un fortilizio del XIII secolo di cui oggi si conservano alcuni significativi resti. L’itinerario continua a salire e imbocca, sulla sinistra, la bella mulattiera che serve le antiche case della Costa.

    A monte della contrada il tracciato piega verso destra ed entra nel bosco, ove poco dopo si triforca: il ramo maggiore, quello che dovrete seguire, piega decisamente a sinistra, il ramo centrale sale ai Roncai e quello di destra, in piano, porta sul fondo della Val Tomasa. La mulattiera nel primo tratto sale con andamento molto dolce, a tratti pianeggiante. (N.B.: fare molta attenzione perché nel tragitto incontrerete diverse deviazioni dal percorso principale). Giunti a una fontana, ignorate la deviazione a sinistra e procedete dritti, seguendo il bel muro a secco. Al successivo incrocio imboccate a destra il sentiero che sale ignorando quello che corre pianeggiante di fronte a voi. Superati circa 100 m di dislivello vi troverete in località Spadola (o Spatola) come indicato dai cartelli, qui il sentiero gira a destra e sale deciso sul crinale facendo guadagnare in poco tempo circa 200 m di dislivello portandovi a lambire, rimanendo nel bosco, i prati dell’alpeggio Teggia di Mezzo (Tégia de mès). A testimonianza dell’antico utilizzo della mulattiera per la monticazione degli alpeggi, appena poco prima della deviazione per la Teggia di Mezzo, troverete una caratteristica vasca di abbeverata. Poco più avanti, sulla vostra destra, un pianeggiante tracciato, vi permette di raggiungere brevemente l’alpeggio dove una breve visita è d’obbligo. Ripreso il cammino e superato un ponticello di legno incroceremo sulla sinistra il sentiero 133B, proveniente da Valmoresca e da Piazza Selva. Da qui il sentiero riprende a salire in modo deciso fino alle pendici dell’ampia radura delle baite Grasselli (attenzione, soprattutto in discesa, che in alcuni brevi e ripidi tratti il piano di calpestìo è poco marcato e un po' sdrucciolevole) dove incrociamo una possibile variante per scendere a Piazza Selva (N.B.: il sentiero cala ripido e veloce la displuviale, in un bosco dominato dal faggio e vi porta a incrociare nuovamente il 133B che sulla sinistra vi conduce alla Teggia di Mezzo, mentre a destra raggiunge l’amena radura di Piazza Selva). Proseguendo si giunge a un panoramico belvedere affacciato sulla Val Mora e la presenza di una comoda panchina vi permetterà di riprendere fiato e godere di una veduta che spazia da Caprile Superiore, Taleggio e Santa Brigida fin sulle cime dal P.zo Baciamorti allo Zuccone dei Campelli. Ripreso il cammino, ora il sentiero costeggia il margine occidentale dei Grasselli. Al primo incrocio tenere la destra, a quello successivo, in prossimità di un vecchio traliccio abbandonato è possibile fare una deviazione a destra per andare a visitare la Santella della Madonna dei Grasselli (vedi note) che si trova sugli alti pascoli dei Grasselli, uno splendido balcone sulla Valle Averara. Ritornati sui propri passi, all’incrocio precedente, imboccare il sentiero di destra, percorsi circa 200 m lineari il sentiero svolta bruscamente a destra e sale ripido seguendo la linea del crinale, fino a incrociare la traccia di una larga mulattiera dove bisogna girare a destra e giunti in prossimità di una baita, girare a sinistra. Da qui a breve giungerete all’Alpe Vecchia Casera di Cantedoldo (circa 2 ore dalla partenza) dove incrocerete, sulla sinistra, il sentiero 133 proveniente da Valmoresca. Ora per un breve tratto si procede su una strada agrosilvopastorale che con una ampia curva contorna il pascolo per andare a incrociare il tracciato carrabile che sale da Valmoresca, poco distante dalla Nuova Casera di Cantedoldo. Da qui proseguire sulla destra, seguendo ancora la strada e, lasciata sulla destra la deviazione del sentiero 133 che nel breve ultimo tratto nei pascoli di Cantedoldo porta ad incrociare il sentiero 113 proveniente da Mezzoldo, procedere puntando a nord allo Stallone di Cantedoldo. Con un comodo e dolce traverso si giunge su un dosso con una vasca per l’abbeverata del bestiame dove, ignorata sulla sinistra una deviazione che porta alla sottostante Baita Burtulù, superato un breve tratto di prato si entra nel bosco risalendo una ampia mulattiera che ci conduce alla Casera Gambetta. Nel pascolo, girando a destra tra i romici, è possibile raggiungere l’incrocio con il sentiero 113 (proveniente da Mezzoldo) e con il sentiero 135 (proveniente da Ponte dell’Acqua). Dietro la Casera Gambetta, invece, un breve tratto di sentiero vi porta a incrociare poco più in alto il sentiero 113 in prossimità della soprastante vasca di abbeverata. Da qui procedendo con i segnavia 113 è possibile raggiungere la Casera Ancogno Vago (in località Còla, sulla strada per il Passo San Marco), importante crocevia con la via Priula (proveniente dal Ponte dell’Acqua, segnavia 114) e dell’Alta via Mercatorum (proveniente dalla Val Mora, segnavia 110).

    Nota: La Santella è molto antica, anche se non si sa con precisione quando venne edificata; potrebbe risalire al '700, ma devono essere fatte ricerche approfondite. Il dipinto originale rappresenta una Madonna di Caravaggio (protettrice dei bergamini) incoronata da due angioletti, alla sua sinistra San Domenico di Guzman si inchina in segno di devozione. Stante la lontananza dei Grasselli (e dei limitrofi pascoli di Cantedoldo e Gambetta) dai paesi e dai luoghi di culto, e stante la grande frequentazione di questi luoghi nel periodo dell'alpeggio, la santella rivestiva sicuramente la funzione di riferimento religioso della zona... una sorta di nume tutelare del duro lavoro dei bergamini. A ciò si aggiunge che anticamente la zona era strategica, posta immediatamente sotto la zona dei valichi di confine della Serenissima e più precisamente sul costone che divide la Strada Priula e la Via Mercatorum, forse una delle vie di comunicazione più antiche della valle (precedente alla Priula) e che nella parte finale raggiunge il San Marco e il Verrobbio passando non da Mezzoldo, bensì da Averara, risalendo poi la Val Mora. La santella è stata ristrutturata grazie all’interessamento e al contributo del CAI Alta Valle Brembana nel 2010.

    Dislivelli
    Salita
    ca. 1000 m
    Distanze
    Lunghezza
    circa 6100 metri
    E: Escursionistico