Descrizione
Questo percorso merita di essere segnalato per gli ampi panorami, per l'esposizione solatia che lo rende percorribile spesso anche nella stagione invernale e per i particolari ambienti naturali. Rocciosi tratti selvaggi si alternano ad affascinanti e misteriose boscaglie di mughi, a dolci praterie di alta quota. Le rocce sono un campionario del più bel verrucano lombardo che si possa osservare; le pareti emergenti dalla vegetazione (abeti, larici, mughi, betulle, sorbi) riportano atmosfere di alta quota a portata di comodo sentiero. Lungo il percorso nella fascia tra i 1800 e i 1900 m i numerosi roccoli, tradizionali strutture per la caccia, costituiscono pregevoli opere di architettura popolare, esempio di manufatti perfettamente integrati nell'ambiente naturale. Sono i segni di una cultura alpina che, in questo ambito, ha raggiunto il suo massimo sviluppo quantitativo e qualitativo nel XIX secolo. Importanti per l'economia locale del tempo, ricchi di sapere e capacità, questi manufatti si ritrovano ora in una realtà troppo modificata e si avviano alla scomparsa. Giusto e auspicabile mantenerne il ricordo e le testimonianza nell'iconografia e nella letteratura. Il percorso inizia a Baresi, frazione Bonetti, sale al bacino ENEL e quindi al Roccolo del Giüstì (in corso di restauro) in località Cima Baresi (30 min). Per comodo sentiero o seguendo il crinale si passa per il Roccolo di Tonète (rudere). Mantenendosi sul crinale, con una veloce deviazione di 5' (bivio segnalato) si può raggiungere la vicina Porta delle Cornacchie (misteriosi massi megalitici e spettacolare panorama). Tornati al bivio, si scende poi al seicentesco Roccolo Piacezzi, poi Paladini Orgneri, ora restaurato - lapide in latino del 1848 (20 min). Il sentiero continua per raggiungere la Madonnina del Vendulo posta al passo omonimo e prosegue poi per la bella frazione di Fraggio - in questo tratto sorgono alcuni antichi capanni (20 min). Poco prima della Baita Cornelli si prende il sentiero a sinistra che sale ripido al Füslì - quota 1508, ruderi di capanno e bella vista a picco sulla Baita Cornelli e Capovalle. Il sentiero prosegue su facili roccette, tocca una piccola sorgente e riprende a salire verso nord costeggiando un roccione che sta a sinistra per poi raggiungere il colletto a quota 1736 (bella vista su Roncobello e Baresi). Da esso si procede verso il Roccolo del Corno (1814 m - 1,30 h) in ardita posizione sullo spartiacque tra la Valsecca e la Valle di Fondra. Ci si dirige ora verso est dove si trova l'ancora attivo Roccolo della Fontana (1866 m) - acqua - e, a breve, il Roccolo del Meschino (o dei Larici, 1899 m), pure esso ancora attivo. Si continua la traversata in direzione est incontrando dapprima una deviazione per la Cima Mencucca e, più oltre, l'indicazione per il bivacco Tre Pizzi. Infine, proprio sulla costa che scende dai Tre Pizzi, si passa presso il Roccolo del Veroppio per poi arrivare alla "Pozza" e alla Baita di Campo (1879 m) nella bella prateria a balcone sulla conca di Mezzeno, con ampio panorama sul Pizzo Arera e sul gruppo del M. Menna (1,30 h). Poco sotto la baita si trova il Roccolo di Campo (1817 m), ancora attivo. Continuando invece verso est, al termine della prateria si oltrepassa il Roccolo del Tino e si scende a incrociare il sentiero 215 per i Laghi Gemelli raggiungendo, infine, il parcheggio di Mezzeno (1593 m).