072 - Colle Vareno Castel Orseto

ITALIANO

Nei pressi della partenza degli impianti di risalita di Colle Vareno, è possibile parcheggiare. Appena iniziato il sentiero che è di fronte al parcheggio, incontriamo un laghetto. Dopo averlo superato si prosegue per poi svoltare a sinistra, seguendo la segnaletica che indica Castello Orsetto. Proseguendo sul sentiero incontriamo delle indicazioni sulle “Foreste di Lombardia” e della “Val di Scalve”. Dopo circa 700 m. dalla partenza, raggiungiamo sulla sinistra del percorso, un’area da pic-nic. Lungo il percorso sono presenti cartelli didattici sugli animali presenti nella foresta. Il Cervo. Il Tasso. È presente un totem che informa sull’itinerario geologico presente sul percorso. Proseguendo nel percorso incontriamo una zona con panchina per ammirare, comodamente seduti, il panorama della valle. Quasi al termine del percorso ci compare sulla destra una santella in legno. Arriviamo alla sella di Castello Orseto (1278 m.) dopo circa 45’ dalla partenza. Su Castello Orseto si narra la leggenda delle “Bacche rosse”.  Nelle “Leggende della Val Camonica e Val di Scalve” di Giorgio Baioni, si legge che un terribile orso scampato ad una battuta di caccia, seminava terrore e sterminava le greggi della zona. Gli alpigiani non osavano affrontarlo ed erano inutili trappole e lacci che gli venivano tesi. Solo un giovane più coraggioso decise di sfidarlo e, armato di scure, si arrampicò sulla rupe dove l’orso trovava rifugio. Avvenne però che il giovane non fece mai più ritorno e di lui non si seppe più nulla. Mentre gli amici, sconcertati, erano riuniti nella baita di Val Fada, uno scoiattolo dal pelo bianco fece irruzione nella baita e cominciò a parlare: “Amici, disse, io sono l’anima di colui che non fece più ritorno”, ebbene, sappiate che c’è una sola maniera per far morire l’orso. Preparate una ciotola piena di latte di capra rossa, mista a radici di genziana secca e sangue di falco. Lasciatela ai piedi della rupe dell’orso in una notte di luna morta, dopo che tutti i campanili abbiano suonato l’Ave Maria. Guai a voi se vi sbaglierete e se farete ciò prima del tempo”. I pastori fecero tutto nel modo raccomandato, uno di loro portò la tazza con lo strano miscuglio e la depositò nel posto stabilito. Il giorno dopo ritornarono sul posto credendo di trovarvi l’orso morto, ma non ne videro neppure le tracce. Videro solo che, nel punto dove era stata depositata la ciotola, era spuntato un cespuglio di bacche rosse, il sorbo selvatico. L’orso non fu più avvistato, ma la rupe, attorno alla quale crescono numerosi sorbi, è ancora indicata col nome di “Castel Orseto”, cioè Castello dell’Orso e poco lontano c’è la baita dal tetto rosso: la baita di “Castel Orsetto”. Dopo la lettura di questa leggenda, riprendiamo il cammino verso il parcheggio di Colle Vareno, ripercorrendo il percorso dell’andata.

ENGLISH

We reach the starting point of the Colle Vareno ski lifts from Bergamo, ascending from Dorga. Near the departure of the Colle Vareno ski lifts, you can park. As soon as we begin the path opposite the car park, we encounter a small lake. After passing it, we continue on and then turn left, following the signs indicating Castello Orsetto. Continuing along the path, we encounter signs for "Foreste di Lombardia" and "Val di Scalve". After about 700 m. from the start, we reach a picnic area on the left of the path. Along the trail, there are didactic signs about the animals present in the forest. The Deer. The Badger. There is a totem informing about the geological itinerary along the route. Continuing along the path, we encounter an area with a bench to admire, comfortably seated, the panorama of the valley. Almost at the end of the route, a wooden shrine appears on our right. We arrive at the saddle of Castello Orseto (1278 m) after about 45' from the start. The legend of the 'Red Berries' is told about Castello Orseto. In Giorgio Baioni's 'Legends of Val Camonica and Val di Scalve', we read that a terrible bear escaped from a hunting party, sowed terror and exterminated the flocks in the area. The mountain dwellers did not dare confront him and it was useless to set traps and snares for him. Only a more courageous young man decided to challenge him and, armed with an axe, climbed the cliff where the bear found refuge. It happened, however, that the young man never returned and nothing more was heard of him. While the bewildered friends were gathered in the hut in Val Fada, a white-haired squirrel burst into the hut and began to speak: 'Friends,' he said, 'I am the soul of the one who never returned,' well, know that there is only one way to make the bear die. Prepare a bowl full of red goat's milk, mixed with dried gentian root and hawk's blood. Leave it at the foot of the bear's cliff on a dead moonlit night, after all the bells have sounded the Ave Maria. Woe to you if you are wrong and do this before time". The shepherds did everything the recommended way, and one of them brought the cup with the strange mixture and deposited it in the appointed place. The next day they returned to the spot believing they would find the dead bear there, but they did not even see any traces of it. They only saw that, at the spot where the bowl had been deposited, a bush of red berries had sprouted, the wild rowan tree. The bear was never sighted again, but the cliff, around which numerous rowan trees grow, is still referred to as 'Castel Orseto', i.e. Bear Castle, and not far away is the hut with the red roof: the 'CastelOrsetto' hut. After reading this legend, we set off again towards the Colle Vareno car park, retracing our outward journey.